mercoledì 22 maggio 2013

Elogio dell'incognita



Nel corso degli anni ho capito che la cosa che mi piace di più di un lavoro di produzione musicale sono le incognite.
Quelle entusiasmanti, che ti fanno seguire strade impensate, e quelle faticose, che mettono alla prova tutto il tuo intuito, il tempo, la pazienza e la determinazione.
Per quella che è la mia esperienza, tutte quante valgono anche come piccola metafora della vita, e come piccolo motivo di crescita personale.

Nel progetto Schroeder, la mia incognita principale era quella lavorare per la prima volta sia come produttore sia come musicista, una problematica di certo già affrontata da molti altri prima di me, ma che è nota per farti sicuramente vivere almeno qualche sdoppiamento di personalità durante la lavorazione.  :)

Il cappello del produttore ti obbliga a ‘leggere’ con il necessario distacco le sonorità della band senza farti condizionare dal trasporto emotivo di essere parte delle stesse, quello del musicista invece ti fa rimettere in campo il trasporto emotivo e ti impone di suonare delle ‘note consone’ (come dice un carissimo amico valsusino).
Può capitare che le due cose debbano essere messe in pratica nella stessa serata, ed allora anche i tuoi compari arrivano a guardarti con occhio spaventato.
Dottor Jekyll e Mr.Hyde at work.

Non è facile spiegare agli altri che cosa magari sarebbe meglio suonare e che cosa no, ma negli Schroeder c’è fiducia.
Anche quando Ale, il nostro cantante, partorisce il testo alla fine del percorso creativo di una canzone.
In realtà lo fa sempre :), ma è il suo modo di mettere nero su bianco le sensazioni, e noi lo sappiamo.
Per questo progetto alcuni testi sono stati rifiniti direttamente durante le registrazioni, lasciandomi più di una volta con il punto interrogativo su quale sarebbe stato il contraltare ‘letterario’ di quell’orda di note in sottofondo.
Eppure il risultato mi ha ripagato dell’attesa, perché sentire per la prima volta il testo di qualcosa che credevo di conoscere già ‘a memoria‘ musicalmente, ha regalato nuova luce e freschezza al materiale.

Per le registrazioni, ho voluto confrontarmi con una persona per me nuova, che avesse l’attrezzatura ed il gusto adatti al nostro genere.
Quindi tutto il mio (ed il nostro) grazie a Michele La Sala e al Bassa Frequenza recording studio, che sono stati un’ottima scelta, sia dal punto di vista professionale sia da quello umano.

Il resto della produzione si è poi spostato nel mio home studio, dove si è consumato il rituale del mixaggio, una fase che la montagna di materiale a disposizione (24bit/96khz) ha reso particolarmente impegnativa.
Solitamente, il primo pezzo è quello su cui si fa la ‘taratura’ del lavoro, e delle sonorità di base.
Sono momenti che oscillano fra l’estasi e la paranoia, quel sottile limbo nel quale non ti è completamente chiaro se stai mixando the next big thing o la più triste delle cagate.
E succede anche se sai che direzione deve avere il tuo lavoro.

Non ha di certo aiutato, contemporaneamente, dover affrontare la perdita di mia cugina Barbara, coetanea, e con la quale sono cresciuto.
La sua malattia l’aveva costretta in ospedale nell’ultimo periodo, e quei momenti hanno rappresentato per me l’apice dello sconforto emotivo e creativo, che mi ha impedito per alcune settimane di proseguire.
Dopo la sua morte ho radunato le energie rimanenti, ed ho passato lunghe sere/notti a recuperare i mixaggi fermi.
Mi ha aiutato molto a lenire il dolore.

Mi sono occupato anche del mastering , contravvenendo ad una delle regole divenute ormai prassi comune nel mondo audio, che vuole possibilmente un tecnico diverso ad occuparsene rispetto a quello che ha fatto il mixaggio.
Ho scelto di avere tutto il processo sotto il mio diretto controllo, più che altro per concedermi la libertà di cambiare idea in qualunque momento senza coinvolgere necessariamente altre persone.

Per concludere, credo che il lavoro sia un’onesta fotografia quello che sono gli Schroeder, della loro anima, e del loro modo di divertirsi in sala prove scrivendo strutture musicali che sembrano radiofoniche ma non lo sono (e viceversa).  Se poi incontra anche il vostro gusto, è perfetto.
Vi posso dire che io, Alessandro, Daniele e Gabriele abbiamo fatto del nostro meglio.

Ho tanto desiderato finire il lavoro in tempo per farlo sentire a Barbara, ma così non è stato, purtroppo.
A titolo strettamente e sentitamente personale, lo dedico a lei.

Paolo


Scheda tecnica EP

Tracklist
1 – Fiore (d’acciaio)
2 – Mi Augurerai
3 – Bandiera Bianca (F.Battiato)
4 – Mazzo Di Denari

Alessandro Guarco : voce, chitarra
Daniele Bergesio : chitarra, cori
Paolo Ciro : basso, cori su ‘Bandiera Bianca’
Gabriele Gambassini : batteria

Tutti i brani composti, arrangiati ed eseguiti dagli Schroeder, ad esclusione di 'Bandiera Bianca', composta da Franco Battiato e riarrangiata dagli Schroeder.
Testi di Alessandro Guarco.

Prodotto, mixato e masterizzato da Paolo ‘NowHereMan’ Ciro @ NowHereMan home studio, Torino.
Registrato da Michele La Sala @ Bassa Frequenza studios, Torino

gli Schroeder su SoundCloud : https://soundcloud.com/gli-schroeder-1



2 commenti:

  1. per quel poco che ho sentito debbo dire che avete fatto tutti un ottimo lavoro, aspetto di sentire il resto... :-)

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  2. grazie mille Omar, il resto del lavoro ti si paleserà presto ;)

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