Nel corso degli anni ho capito che la cosa che mi piace di più di un
lavoro di produzione musicale sono le incognite.
Quelle entusiasmanti, che ti fanno seguire strade impensate, e quelle faticose,
che mettono alla prova tutto il tuo intuito, il tempo, la pazienza e la
determinazione.
Per quella che è la mia esperienza, tutte quante valgono anche come piccola
metafora della vita, e come piccolo motivo di crescita personale.
Nel progetto Schroeder, la mia incognita principale era quella lavorare
per la prima volta sia come produttore sia come musicista, una problematica di
certo già affrontata da molti altri prima di me, ma che è nota per farti sicuramente
vivere almeno qualche sdoppiamento di personalità durante la lavorazione. :)
Il cappello del produttore ti obbliga a ‘leggere’ con il necessario
distacco le sonorità della band senza farti condizionare dal trasporto emotivo
di essere parte delle stesse, quello del musicista invece ti fa rimettere in
campo il trasporto emotivo e ti impone di suonare delle ‘note consone’ (come
dice un carissimo amico valsusino).
Può capitare che le due cose debbano essere messe in pratica nella
stessa serata, ed allora anche i tuoi compari arrivano a guardarti con occhio spaventato.
Dottor Jekyll e
Mr.Hyde at work.
Non è facile spiegare agli altri che cosa magari sarebbe meglio suonare
e che cosa no, ma negli Schroeder c’è fiducia.
Anche quando Ale, il nostro cantante, partorisce il testo alla fine
del percorso creativo di una canzone.
In realtà lo fa sempre :),
ma è il suo modo di mettere nero su bianco le sensazioni, e noi lo sappiamo.
Per questo progetto alcuni testi sono stati rifiniti direttamente durante le registrazioni, lasciandomi più di una volta con il punto interrogativo su quale
sarebbe stato il contraltare ‘letterario’ di quell’orda di note in sottofondo.
Eppure il risultato mi ha ripagato dell’attesa, perché sentire per la
prima volta il testo di qualcosa che credevo di conoscere già ‘a memoria‘ musicalmente, ha regalato nuova luce e freschezza al materiale.
Per le registrazioni, ho voluto confrontarmi con una persona per me nuova, che
avesse l’attrezzatura ed il gusto adatti al nostro genere.
Quindi tutto il mio (ed il nostro) grazie a Michele La Sala e al Bassa
Frequenza recording studio, che sono stati un’ottima scelta, sia dal punto di
vista professionale sia da quello umano.
Il resto della produzione si è poi spostato nel mio home studio, dove si
è consumato il rituale del mixaggio, una fase che la montagna di materiale a
disposizione (24bit/96khz) ha reso particolarmente impegnativa.
Solitamente, il primo pezzo è quello su cui si fa la ‘taratura’ del
lavoro, e delle sonorità di base.
Sono momenti che oscillano fra l’estasi e la paranoia, quel sottile
limbo nel quale non ti è completamente chiaro se stai mixando the next big
thing o la più triste delle cagate.
E succede anche se sai che direzione deve avere il tuo lavoro.
Non ha di certo aiutato, contemporaneamente, dover affrontare la perdita di mia cugina Barbara,
coetanea, e con la quale sono cresciuto.
La sua malattia l’aveva costretta in ospedale nell’ultimo periodo, e quei
momenti hanno rappresentato per me l’apice dello sconforto emotivo e creativo,
che mi ha impedito per alcune settimane di proseguire.
Dopo la sua morte ho radunato le energie rimanenti, ed ho passato
lunghe sere/notti a recuperare i mixaggi fermi.
Mi ha aiutato molto a lenire il dolore.
Mi sono occupato anche del mastering , contravvenendo ad una delle regole
divenute ormai prassi comune nel mondo audio, che vuole possibilmente un
tecnico diverso ad occuparsene rispetto a quello che ha fatto il mixaggio.
Ho scelto di avere tutto il processo sotto il mio diretto controllo, più
che altro per concedermi la libertà di cambiare idea in qualunque momento senza
coinvolgere necessariamente altre persone.
Per concludere, credo che il lavoro sia un’onesta fotografia quello
che sono gli Schroeder, della loro anima, e del loro modo di divertirsi in sala
prove scrivendo strutture musicali che sembrano radiofoniche ma non lo sono (e
viceversa). Se poi incontra anche il
vostro gusto, è perfetto.
Vi posso dire che io, Alessandro, Daniele e Gabriele abbiamo fatto del
nostro meglio.
Ho tanto desiderato finire il lavoro in tempo per farlo sentire a
Barbara, ma così non è stato, purtroppo.
A titolo strettamente e sentitamente personale, lo dedico a lei.
Paolo
Scheda tecnica EP
Tracklist
1 – Fiore (d’acciaio)
2 – Mi Augurerai
3 – Bandiera Bianca
(F.Battiato)
4 – Mazzo Di Denari
Alessandro Guarco : voce, chitarra
Daniele Bergesio : chitarra, cori
Paolo Ciro : basso, cori su ‘Bandiera Bianca’
Gabriele Gambassini : batteria
Tutti i brani composti, arrangiati ed eseguiti dagli Schroeder, ad esclusione di 'Bandiera Bianca', composta da Franco Battiato e riarrangiata dagli Schroeder.
Testi di Alessandro Guarco.
Prodotto, mixato e masterizzato da Paolo ‘NowHereMan’ Ciro @
NowHereMan home studio, Torino.
Registrato da Michele La Sala @ Bassa Frequenza studios, Torino
gli Schroeder su SoundCloud : https://soundcloud.com/gli-schroeder-1
gli Schroeder su Facebook : http://www.facebook.com/glischroeder?group_id=0
per quel poco che ho sentito debbo dire che avete fatto tutti un ottimo lavoro, aspetto di sentire il resto... :-)
RispondiEliminagrazie mille Omar, il resto del lavoro ti si paleserà presto ;)
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