giovedì 8 dicembre 2011

Capastorta


In questi giorni di manovre economiche e di lacrime e sangue, è piombata per me oggi come un fulmine a ciel sereno la notizia dell'arresto del boss dei clan dei casalesi, Michele Zagaria, balzato negli ultimi anni agli onori della cronaca pubblica grazie al libro di Roberto Saviano, "Gomorra".

Per qualche strano motivo, la notizia mi ha colpito più del solito.
Gioisco sempre quando viene catturato un superboss latitante, è uno dei pochi momenti in cui mi sento realmente fiero di appartenere ad un paese che funziona, ma questa volta ho sentito una inconsueta spinta ad interessarmi maggiormente dell'argomento.

Senza rendermene conto, dopo aver letto la notizia sono andato immediatamente su Google Maps a cercare Casapesenna, l'abitato alle porte di Aversa (provincia di Caserta) dove l'organizzazione di Zagaria, detto 'Capastorta', affondava le sue radici.
Ho visto sulla mappa quel susseguirsi di paesetti l'uno incollato all'altro, e mi sono domandato quale ricca rete di collaborazionisti poteva garantire ad un latitante la necessaria copertura per più di 15 anni.
Ho poi letto in breve alcune notizie del boss, che in primis era un imprenditore e che controllava il mercato del cemento, rendendomi ancora un volta conto di come il successo di queste organizzazioni sia dovuta alla loro capacità di sostituirsi alle istituzioni ed allo stato, garantendo profitti e lavoro anche a buona parte del normale tessuto sociale.

In serata (poco fa), ho sentito l'irresistibile tentazione di vedere il programma condotto da Enrico Mentana su La7, dedicato all'argomento, e nel quale era ospite proprio Roberto Saviano.

Dopo averlo sentito parlare ho deciso di scrivere questo post.
Tutte le notizie che qui riporto sono prese dai consueti organi di stampa nazionale presenti in rete, da wikipedia e dall'intervista di stasera a Saviano.
Non si tratta di intenti giornalistici, ma della volontà di condividere un tema che soltanto apparentemente può sembrare distante a chi abita nel nord Italia. Di fatto non lo è per nulla.

La premessa è che, a differenza delle altre organizzazioni, il clan dei casalesi (dal nome della loro città di origine, Casal di Principe, vicino a Casapesenna) ha introdotto modalità di gestione delle attività e del territorio sostanzialmente nuove all'interno del mondo della camorra.
Il metodo vecchio stile, quello del padrino/signorotto locale che controlla lo spaccio di droga, le tangenti e la prostituzione attraverso minacce psico-fisiche e intimidazioni di vario genere, non è in questo caso completamente calzante.
Zagaria (un cognome che purtroppo mi fa ridere perchè mi ricorda un vecchio film con Lino Banfi...) è stato, come dicevo prima, il re indiscusso del cemento, anche a livello nazionale.
Ma questo non è avvenuto soltanto intimidando o minacciando le aziende del settore... è avvenuto perchè lui ne era il proprietario.
Pare siano innumerevoli le società che in un modo o nell'altro facessero capo a lui in ambito edilizio.
E' ovvio che anche lui si serviva poi della sua autorità e delle intimidazioni per garantire il rispetto delle (sue) regole, ma era tutto più semplice dal momento che il banco era sempre in mano sua, dalla Lombardia (pare abbia da poco costruito un palazzo in centro a Milano, in via Santa Lucia), all'Emilia Romagna, dall'Umbria alla Campania.
Sempre presente, anche nelle grandi opere, alta velocità compresa.

Come è potuto succedere tutto ciò ?
Qui torniamo a Saviano ed al suo intervento in trasmissione stasera.

In particolare, 3 sono le cose che mi hanno colpito molto del discorso di Saviano, alcune delle quali già citate nel libro Gomorra.

1) Come l'organizzazione camorristica può arrivare a controllare le elezioni politiche e/o amministrative a più livelli, e non solo in Campania.
Viene reperito (tramite funzionari compiacenti) un ingente numero di schede elettorali, che vengono poi compilate con la crocetta sul nome 'giusto'.
Si reclutano persone che, in cambio anche solo di 50-100 euro, prendono una di queste schede e si recano alle urne tenendola in tasca.
Nel seggio, il segretario consegna loro la scheda bianca e loro vanno in cabina.
Si mettono quella bianca in tasca, ed escono dalla cabina riconsegnando al segretario quella con il nome 'giusto'.
Rientrano poi alla 'base', mostrando come prova la scheda bianca e ricevono il compenso.
La scheda bianca verrà poi riutilizzata con un'altra persona ecc.

Un meccanismo semplice e devastante.
A fronte dell'investimento di 50-100 euro a persona si ha la sicurezza di piazzare un proprio uomo nelle istituzioni, per garantire poi il più rapido degli accessi alle gare d'appalto. 

2) Come ottenere il finanziamento delle banche per imprese edili neo-costituite.
Normalmente, a fronte di un vincitore di una gara d'appalto, nessuna banca concederebbe un finanziamento ad una società edile neo-costituita priva di un qualsivoglia background, se non in presenza di ben specifiche garanzie.
A meno di non avere infiltrati tra le figure decisionali a livello di credito bancario.
Zagaria aveva un paio di infiltrati in Unicredit (entrambi già arrestati).
Si trattava del responsabile dell'intera area sud Italia e di un responsabile di una grande filiale di Roma.
Come mai nessuno dei loro superiori in Unicredit si è accorto di queste concessioni di finanziamenti a società nuove, e per questo prive di sufficienti garanzie ? Non è chiaro... ma Saviano sostiene che è molto più facile per una banca prestare dei soldi ad un cartello di società del genere, perchè ha quasi la matematica certezza che questi soldi rientreranno...
Dietro queste società tutti sapevano che non c'era proprio l'ultimo arrivato... 

3) Come espandere i propri affari in altri ambiti 
I casalesi erano dietro anche all'affaire Cirio ed a quello Parmalat.
In particolare per il secondo, Zagaria si era impegnato ad offrire alla società una cosiddetta 'vendita garantita' al sud.
Dal momento che il centro ed il sud erano aree piuttosto ostiche per la Parmalat, ottenere questa sicurezza sarebbe stato un gran bel traguardo.
Zagaria aveva quindi 'proposto' ai rivenditori della sua area di influenza al sud, la possibilità di un prezzo scontato di 2 punti in percentuale del latte Parmalat rispetto agli altri, in cambio della garanzia di esclusività a trattare solo quel prodotto.
Per motivi di convenienza era ovvio che tutti avevano accettato.
L'unica azienda che si era messa in competizione con questo sistema, ha subito intimidazioni ed aggressioni di varia natura (non ultimo interi capannoni incendiati).


Da questi tre semplici punti si può facilmente intuire la complessità di un meccanismo che ha ormai da tempo superato i confini del sud Italia, per inserirsi nel tessuto sociale a più livelli, forte del fascino derivante dalla facilità con cui il sistema era in grado di procurarsi denaro ed opportunità di potere anche al nord.
Ho riportato l'intera storia perchè trovo giusto sottolineare certe cose, e non dimenticarle mai.

Facciamo di questi tempi un gran parlare di cambiamento e di 'aria nuova'.
La collettività sente il bisogno di rimodulare i parametri che ci hanno condotto fin qui.
Il sistema finora si è autoalimentato grazie anche a :
- la brama di potere e di denaro facile che ha sempre contraddistinto una parte dell'umanità.
- l'egemonia della malavita organizzata in alcune aree geografiche, che pesca nella disperazione sociale per reclutare collaborazione tra le persone in difficoltà, offrendo loro una reale alternativa ed una sicurezza che in alcuni casi lo stato non riesce a garantire.Anche sotto casa nostra.
- la scelta di quelle persone disposte a lavorare per qualunque azienda, anche quelle che nascondono attività illecite, pur di avere un posto di lavoro.

Possiamo davvero permettercelo ancora, questo sistema ?
Quanti occhi dovremo ancora chiudere accettando un lavoro del genere, ed in nome di cosa ?
Dove inizia il mio interesse personale di imprenditore e dove finisce la libertà ed il diritto di tutti a vivere in una società più giusta ?

Vorrei tanto avere risposte a queste domande, ma con la mia mente annaspo, perchè la mia mente tende a guardare il mio piccolo orticello.
Il mio cuore invece si muove volentieri in nome di un benessere più condiviso, ma è certamente molto difficile trovare un modo per rendere questa energia una risorsa concreta.
E' questa la più grande sfida dell'essere umano, in questo momento.

Capastorta è stato arrestato, dopo 15 anni di bunker, ma altri sono già pronti a prendere il suo posto.
Il suo soprannome in effetti già la dice lunga.
Quella capa forse la possiamo raddrizzare solo noi... siamo pronti ? 

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