sabato 1 gennaio 2011

Speranza 2011

Oggi primo giorno del 2011.
Tanti propositi, come ogni inizio d'anno, tante aspettative...
Ma la speranza ? Che ne è della speranza, all'alba del 2011 ?
Il decennio appena passato l'ha un po' messa alle corde.
Ricordo benissimo l'aria che si respirava negli anni '90, di certo non anni felici, ma permeati da quella sensazione che le cose potessero ancora cambiare. Chi dovesse materialmente farsi carico del cambiamento poi, non era del tutto chiaro, ma questo è un altro discorso :)
C'era di sicuro ancora la voglia di credere in qualche ricetta socio-politica globale che potesse risolvere una volta per tutte i problemi del mondo. Si pensava ancora che la classe politica potesse in qualche modo influire nel passaggio alla nuova era della comunicazione e della tecnologia consapevole, globale ed ambientale.
Il decennio 'anni zero' (per dirla con un termine orribile, ma usato molte volte) ha invece spazzato via quel pacchetto di illusioni.
Se escludiamo il momento in cui Obama è diventato presidente degli Stati Uniti, non ci sono stati molti altri momenti in cui la speranza ha veramente fatto sentire la sua voce... soprattutto perchè si è cominciato a pensare che non avesse veramente nulla a che fare con l'avvicendarsi dei leader politici.
Di fatto, adesso, siamo in questa situazione.
Nessuno ha più la forza e l'immaginazione per credere che la politica possa cambiare le carte in tavola...anzi, siamo sempre più consapevoli del suo fallimento sotto molti punti di vista.
E' sempre più difficile credere in persone o movimenti, e non perchè manchi la voglia di lottare, ma perchè spesso si ha la sensazione che tutti i nostri sforzi vengano a poco a poco assimilati e silenziosamente trasformati in routine, nell'indifferenza più o meno generale. Se conoscete i film della serie Star Trek, ricorda molto il trattamento che la razza Borg riservava alle sue vittime :)
La consapevolezza di fondo delle persone, allo stato attuale, si riassume in una frase che non fa proprio saltare dall'entusiasmo e cioè 'ANDIAMO AVANTI COSI', IN ATTESA DI TEMPI MIGLIORI'
Che sarebbe a dire : non ho la più pallida idea di cosa poter fare concretamente, penso più che altro a campare al meglio delle mie possibilità.
Mio nonno, con la guerra alle spalle ed una situazione economica non proprio bella, aveva di certo più speranze...
Quindi ? Perchè siamo in questa situazione ? Non avremmo dovuto sempre migliorare ? Che ne è stato della famosa (ed utopistica) 'CRESCITA INFINITA', che il nostro sistema capitalistico occidentale ci aveva insegnato ?

Userò un termine forte : la CRESCITA INFINITA è una grande stronzata.
Uno specchietto per le allodole, una frase buona per i partecipanti alle convention di qualche multinazionale vendi-fumo.
Non esaminerò la questione da un punto di vista socio-politico, è sufficiente dire che bisogna essere davvero ingenui per pensare che un qualunque sistema sia destinato a crescere per sempre... persino una nota forma di energia perennemente in espansione (si fa chiamare UNIVERSO) pare potrebbe un giorno ripensarci e richiudersi su se stesso, ingoiando noi e tutte le nostre stupide fantasie :)
Fortunatamente, ogni tanto, arriva qualche crisi economica a ricordarcelo.
I nostri economisti sono talmente ossessionati dalla CRESCITA, che quando c'è un periodo di difficoltà parlano di CRESCITA 'negativa' :) Poveretti, non gli riesce proprio di evitare la parola CRESCITA :)

Questo post non intende di certo essere un comizio, ma quello che vedo io al giorno d'oggi è il disegno di un sistema appeso ad un filo.
Le persone, con fatica, vivono la loro vita in perenne equilibrio, sapendo che non c'è molto più spazio per permettersi errori.
Questa paura, seppur valida nel mantenerci con i piedi per terra, ci porta ad investire molta meno energia nei sogni e nelle speranze, e da qui nascono le frustrazioni, che si sommano alle crescenti difficoltà nel trovare lavoro (e nel mantenerlo).
Cosa ci resta quindi ?

Ho sempre detto che secondo me il cambiamento avverrà su altri piani.
Quando uno cerca disperatamente ALL'ESTERNO le risposte, e non le trova, o fa una rivoluzione o va a cercare da un 'altra parte...
Per quanto mi riguarda, ho preferito scegliere di cercare altrove.
Scegliere di fare un passo in avanti nel proprio modo di conoscere noi stessi ed il mondo che ci circonda, trovare il coraggio per affrontare i nostri schemi, le nostre concezioni, il nostro modo di giudicare, e lavorare per cambiarli, è un'operazione non priva di difficoltà, ovviamente.
Acquisire la consapevolezza che il frutto di questo lavoro sarà di beneficio non solo a noi stessi, ma anche a tutte le generazioni future, è altresì complicato.
Ma io personalmente non sento molte alternative.
E lo dico anche se sono oggettivamente tante le difficoltà che si incontrano sul cammino, sia perchè il nostro ego è sempre a disposizione per farci notare che da questa operazione avremmo poco da guadagnarci personalmente (abituato com'è a monetizzare tutto), sia perchè è proprio inusuale per la razza umana adoperarsi in nome di un obiettivo comune.
Come possiamo conciliare il nostro proposito ESTERIORE (le ambizioni, la carriera, il nostro posto/ruolo nella società) con il nostro proposito INTERIORE (sentimenti, emozioni, conoscenza) ?
Eckhart Tolle, un maestro spirituale contemporaneo che ho già più volte citato in questo blog, afferma nel suo libro 'Un nuovo mondo' che il nostro proposito INTERIORE passa da una sola strada : conoscere sè stessi, ed averne consapevolezza.
Il proposito ESTERIORE passa invece dal vivere sempre la pienezza del momento presente, che sarebbe a dire... 'non essere sempre così impegnato a volere sempre di più e sempre più in fretta... non proiettare sempre tutto nel futuro come se soltanto raggiungendo un certo obiettivo ci sia la possibilità essere felice... più fai così e più non ti rendi conto di quello che hai già adesso, e vivi nella frustrazione perenne di dover arrivare da qualche parte che, puntualmente, ti sfugge'. E' giusto avere obiettivi nella nostra vita, ma guardiamo sempre il tutto nell'unico momento in cui accade e cioè ADESSO. Solo questa pienezza ti da la forza per andare davvero avanti. L'ADESSO è l'unica cosa che hai davvero.

Unire il proposito INTERIORE ed il proposito ESTERIORE è il vero lavoro, ed è un lavoro che richiede tempo e sacrificio.
Ma, considerato tutto, c'è davvero qualcosa di più importante per noi esseri umani, allo stato attuale ?
Cosa possiamo lasciare di buono ai nostri figli se non siamo in grado in primis di assumerci la responsabilità di noi stessi ?
Ricordo che la parola responsabilità deriva dall'unione di due parole : abilità e rispondere (response, in inglese).
In pratica, l'abilità nel darsi delle risposte.
Che risposte daremo ai nostri figli se non siamo in grado di darle a noi stessi ?
E come possiamo darle a noi stessi se non conosciamo davvero a fondo noi stessi ?

Immaginate un mondo in cui tutti possano muoversi su questo piano...
Citando una persona molto illustre, aggiungo 'Puoi dire che sono un sognatore, ma non sono l'unico...'

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