mercoledì 25 novembre 2009

L'amore, parte seconda


Sono “tornato”, dopo tre mesi di assenza.
Il brano che segue è tratto da un libro, ed è ciò che meglio riassume quello che ho da dire a proposito di quest'ultimo periodo. La speranza è una grande forza, ma solo se non distoglie la nostra attenzione da quello che possiamo fare Adesso.
sono_vivo


La dipendenza e la ricerca di completezza.

Il motivo per cui la relazione d'amore romantico è un'esperienza tanto intensa e universalmente ricercata è che sembra offrire liberazione da uno stato radicato di paura, bisogno, mancanza e incompletezza che fa parte della condizione umana nel suo stato non redento e non illuminato. Vi è in questo stato una dimensione fisica oltre che psicologica.

Sul piano fisico, voi non siete ovviamente completi, nè lo sarete mai : siete uomini e donne, vale a dire metà del tutto. A questo livello la brama per la completezza (il ritorno all'unità) si manifesta come attrazione maschio-femmina, il bisogno che l'uomo ha della donna e la donna dell'uomo. E' un impulso quasi irresistibile per l'unione con la polarità energetica opposta. La radice di questo impulso fisico è spirituale : la brama per la fine della dualità, un ritorno alla stato di completezza.
L'unione sessuale è quanto di più vicino possa esservi a questo stato sul piano fisico.
Ecco perchè è l'esperienza più profondamente soddisfacente che possa offrire il regno fisico.
Ma l'unione sessuale non è che un barlume fuggevole della completezza, un istante di beatitudine.
Fintanto che viene ricercata inconsapevolmente come mezzo di salvezza, si ricerca la fine della dualità solo a livello della forma, dove in realtà non può essere trovata. Vi viene data l'allettante possibilità di intravedere il paradiso, ma non vi è consentito di dimorarvi, e vi ritrovate di nuovo in un corpo separato.

A livello psicologico, il senso di mancanza e incompletezza è semmai ancora maggiore di quello a livello fisico. Fintanto che vi identificate con la mente, avete un senso del sé derivato dall'esterno. Vale a dire, ricavate il senso di ciò che siete da cose che in definitiva non hanno niente a che fare con ciò che siete : il vostro ruolo sociale, i beni materiali, l'aspetto esteriore, successi e fallimenti, sistemi di credenze e così via. Questo sé falso e creato dalla mente, l'ego, si sente vulnerabile, insicuro, ed è sempre alla ricerca di nuove cose con cui identificarsi per ricavarne la sensazione di esistere. Ma niente è mai abbastanza per fornirgli appagamento duraturo. La sua paura permane; il suo senso di mancanza e di bisogno permane.

Ma poi arriva quel rapporto speciale. Sembra essere la risposta a tutti i problemi dell'ego e soddisfarne tutte le esigenze. Almeno questo è come appare inizialmente. Tutte le altre cose da cui prima ricavavate il vostro senso del sé adesso diventano relativamente insignificanti. Adesso avente un unico punto focale che le sostituisce tutte, dà significato alla vostra vita e definisce la vostra identità : la persona di cui siete innamorati. Non siete più un frammento sconnesso in un universo indifferente, o così pare. Il vostro mondo adesso ha un centro : la persona amata. Il fatto che il centro sia al di fuori di voi e che pertanto voi abbiate ancora un senso del sé derivato dall'esterno non sembra importare inizialmente. Ciò che importa è che le sensazioni fondamentali di incompletezza, paura, mancanza e inappagamento così caratteristiche dello stato egoico sono scomparse.
O no ?
Si sono dissolte oppure continuano ad esistere al di sotto della felice realtà superficiale ?

Se nel vostro rapporto amoroso voi avete esperienza sia dell'amore sia del contrario dell'amore (attacco, violenza emotiva, eccetera), allora è probabile che scambiate per amore l'attaccamento dell'ego e la dipendenza. Non potete amare l'altra persona in un momento e attaccarla nel momento successivo. Il vero amore non ha contrario. Se il vostro amore ha un contrario, allora non è amore ma un forte bisogno da parte dell'ego di un senso del sè più completo e profondo, un bisogno che l'altra persona soddisfa temporaneamente. E' il sostituto che l'ego ha per la salvezza, e per breve tempo sembra davvero quasi la salvezza.

Ma arriva un punto in cui l'altra persona si comporta in modi che non soddisfano più le vostre esigenze, o meglio quelle del vostro ego. Le sensazioni di paura, dolore e mancanza che sono parte intrinseca della consapevolezza egoica ma erano state mascherate del “rapporto d'amore” adesso riemergono. Così come in ogni tossicodipendenza, voi siete “su di giri” quando la droga è disponibile, ma invariabilmente arriva un momento in cui la droga per voi non funziona più.

Quando ricompaiono quelle sensazioni dolorose, le percepite con un intensità maggiore di prima, e per di più adesso percepite l'altra persona come causa di queste sensazioni. Ciò significa che voi le proiettate all'esterno e attaccate l'altra persona con tutta la violenza selvaggia che fa parte del vostro dolore. Questo attacco può risvegliare il dolore dell'altra persona, che potrà allora controbattere il vostro attacco. A questo punto l'ego spera ancora incosapevolmente che il proprio attacco o i propri tentativi di manipolazione siano una punizione sufficiente per indurre l'altra persona a modificare il suo comportamento, per cui l'ego potrà utilizzarli di nuovo come copertura per il vostro dolore.
Ogni dipendenza nasce da un rifiuto inconsapevole di affrontare e superare il proprio dolore.
Ogni dipendenza comincia con il dolore e finisce con il dolore.

Qualunque sia la sostanza verso cui avete sviluppato una dipendenza (alcol, cibo, farmaci, droghe, una persona), voi utilizzate qualcosa o qualcuno per mascherare il vostro dolore. Ecco perchè, quando è passata l'euforia iniziale, vi è tanta infelicità, tanto dolore nei rapporti amorosi. Questi non causano dolore e infelicità; tirano fuori il dolore e l'infelicità che sono già in voi. Ogni dipendenza fa la stessa cosa. Ogni dipendenza raggiunge un punto in cui per voi non funziona più, e allora avvertite il dolore più intensamente che mai.

Questo è un motivo per cui la maggior parte della gente cerca sempre di sfuggire al momento presente e cerca qualche genere di salvezza nel futuro.
La prima cosa che potrebbe incontrare se concentrasse la propria attenzione sull'ADESSO è il proprio dolore, ed è questo che teme. Se soltanto sapesse quanto è facile accedere nell'ADESSO a quel tipo di presenza che dissolve il passato e il relativo dolore, la realtà che dissolve l'illusione...
Se soltanto sapesse quanto vicino si trova alla propria realtà, quanto vicino al concetto di Dio...
Nemmeno evitare i rapporti affettivi nel tentativo di evitare il dolore è la risposta giusta.
Il dolore c'è comunque.
Tre rapporti amorosi falliti in altrettanti anni avranno maggiore probabilità di costringerci a risvegliarci rispetto a tre anni trascorsi su un'isola deserta o rinchiusi nella nostra stanza.
Ma se poteste apportare una presenza intensa nella vostra solitudine, anche questo funzionerebbe.

Tratto da “Il potere di Adesso” di Eckhart Tolle, edizioni Armenia.

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